mercoledì 26 novembre 2014
Gundam vs Evangelion
I piccoli supermercati aperti 24 ore al giorno (catene come Family Mart, Seven Eleven, ecc.) stanno attualmente utilizzando un paio di serial animati quali testimonial: Gundam e Evangelion. In parole povere, facendo acquisti si possono vincere gadget. Sugli scaffali spiccano espositori di cartone e oggetti a tiratura limitata, in rari casi sono affiancati, proponendo un inedito confronto/scontro tra serie e robot.
TOYS: nuovi Assault Kingdom
Sono appena usciti quattro nuovi Aassault Kingdom di Gundam. Si tratta di mini figure alte circa otto centimetri e perfettamente snodate, in modo da poterle posizionare come si preferisce. I nuovi soggetti sono: Gundam, Guncannon, GM, Rick Dias. Acquistandoli tutti e quattro, si ottengono i pezzi per un RB 79 Ball in omaggio. In Italia sono acquistabili, a 8,00 euro cad, presso fioridiciliegioadriana@gmail.com.
martedì 25 novembre 2014
GADGET: giacca da Dom
Le misure per taglia:S : 66 x 53 cm
M: 68 x 56 cm
L: 70 x 59 cm
XL: 72 x 62 cm
venerdì 21 novembre 2014
EVENTI: Gunpla Expo
Ha aperto oggi ad Akihabara (Tokyo) il Gunpla Expo, via di mezzo tra mostra, evento, negozio. In questo post inserisco alcune foto, altre seguiranno. Premesso che non sono un fan dei Gunpla, i model kit del mondo di Gundam (nel senso che non li costruisco e non li colleziono), sono comunque rimasto impressionato da quanto visto. Visitare l'Expo è come entrare in una sorta di tecnologica fabbrica del futuro che mostra come vengono costruiti i gunpla (o i Mobile Suit, dato che le due cose si sovrappongono) grazie ad ambienti ottimamente studiati. Televisori che trasmettono video, testi proiettati su vetri trasparenti dietro i quali vi sono mobile suit, luci colorate, pareti che si spostano, persino del fumo, danno la sensazione di trovarsi davvero nel futuro. A questo si aggiungono decine (centinaia?) di modelli in apposite teche, diorami, un video che ricostruisce la storia dei gunpla. Insomma, una bella esperienza e la possibilità (per chi ha voglia di smazzarsi qualche ora di coda) di acquistare dei gunpla in edizione limitata. L'Expo celebra i 35 anni di Gundam, ma è evidentemente proiettato verso il domani, dato che bollono in pentola diverse novità. Ne riparleremo.
TOYS: beam rifle ad acqua
Nei negozi giapponesi di giocattoli si trovano queste belle pistole ad acqua. Acquistabili anche in Italia richiedendole a fioridiciliegioadriana@gmail.com.
mercoledì 19 novembre 2014
martedì 18 novembre 2014
POP CULTURE: in una libreria giapponese
Volete valutare quanto sia popolare Gundam in Giappone? Andate in una libreria (non una fumetteria, una libreria) di medie/grandi dimensioni e cercate lo spazio dedicato al mobile suit bianco. Rimarrete sbalorditi di fronte al numero di manga, illustration book e altro che vi troverete.
venerdì 14 novembre 2014
TOYS: carte da gioco
Due bei mazzi di carte dedicati a Gundam, uno vintage e uno più recente. In entrambi, però, risaltano i disegni di Yas, il disegnatore (e non solo) che più di ogni altro ha legato il proprio nome al Mobile Suit bianco. I mazzi possono essere acquistati scrivendo a fioridiciliegioadriana@gmail.com.
GADGET: valorizzate i vostri Gundam
Avete decine di gashapon, candy toys, model kit di Gundam? Volete esporli e proteggerli allo stesso tempo? Ecco alcune teche in plastica che potrebbero fare al caso vostro. Io vi custodisco i soldatini (quelli che vedete nelle foto della colonna laterale col titolo "MS in action"). Per info sui costi scrivere a fioridiciliegioadriana@gmail.com.
NEWS: Thunderbolt 3 con model kit di RB-79 Ball.
Il terzo tankobon del manga Mobile Suit Gundam Thunderbolt (attualmente in corso di pubblicazione anche in Italia grazie a Star Comics), di Yasuo Ohtagaki, è stato proposto in Giappone anche in un'edizione speciale che presenta come allegato un model kit di un RB-79 Ball (scala 1/144).
Questa versione speciale può essere acquistata in Italia richiedendola a fioridiciliegioadriana@gmail.com.
giovedì 13 novembre 2014
NEWS: The Art of Gundam a Tokyo
Pare che la mostra The Art of Gundam, ospitata per qualche mese a Osaka, la prossima primavera verrà trasferita a Tokyo. Maggiori info in futuro…
CULTURE POP: Gundam Café
Il Gundam Café di Odaiba (Tokyo). Cibarie e gadget, ma io continuo a preferire quello di Akihabara (sempre a Tokyo).
mercoledì 12 novembre 2014
POP CULTURE: Gundam made in Italy
Nel 1979, quando l'anime di Gundam fece la sua prima apparizione in Italia, si era in pieno boom giapponese. A partire dall'anno precedente, infatti, le televisioni nostrane erano state "occupate" da decine di anime a ogni ora del giorno. Quei prodotti, acquistabili a costi relativamente bassi, entusiasiasmavano i ragazzi e spingevano le televisioni, specie quelle private, a farne incetta. Parallelamente, cominciò a svilupparsi anche il mercato editoriale.
All'epoca, però, a parti alcuni casi limitatissimi (come Il Grande Mazinga e Candy Candy), gli editori italiani preferirono realizzare i fumetti di quei popolarissimi personaggi in casa, piuttosto che acquistarli dagli editori giapponesi, lontanissimi sia geograficamente che mentalmente da un'editoria nostrana sempre molto artigianale e talvolta anche raffazzonata. Nacquero così una serie di pubblicazioni realizzate da autori italiani raggruppati in piccoli studi e che non firmavano le storie. Spesso in un formato vicino all'A4, e con 32 pagine a colori, questi pionieristici magazine manga potevano essere dedicati a un unico personaggio o, più frequentemente, contenere brevi storie di serie differenti. All'epoca Gundam trovò spazio su tre riviste contenitore, tutte delle Edizioni Tivù, pubblicate nei primissimi anni Ottanta: Cartoni in tv, Noi supereroi, Super gioca tivù. A queste si aggiunse lo speciale Telealbo n.2. Tali pubblicazioni contenevano (non su tutti i numeri) brevissime storie di Gundam di 6/7 tavole a colori, dalle trame estremamente lineari e dal tratto semplicissimo. Il pubblico a cui erano dirette era ovviamente quello televisivo, all'epoca davvero infantile, e i disegnatori avevano quale unica documentazione la visione degli episodi tv. Le trame erano talvolta inventate di sana pianta, altre volte ottenute copiando e modificando episodi televisivi. Rivisti oggi, quei fumetti appaiono a dir poco kitsch, strappando più di un sorriso ai lettori attuali, esigentissimi sotto ogni punto di vista. Ma vediamo in dettaglio le diverse riviste.
Cartoni in tv aveva 48 pagine (formato21x27,7 cm) e periodicità settimanale, sul numero 44 ospitò anche un semplicissimo gioco di Gundam (una sorta di gioco dell'oca), mentre nel numero 59 offrì ai propri lettori un poster del Mobile Suit.
Noi supereroi, con sole 32 pagine (formato 21x27,7 cm), partì anch'essa con periodicità settimanale, ma dal 17 divenne quattordicinale e dal 50 mensile. Inoltre, i numeri dal 45 in poi non erano inediti, si trattava infatti di tre vecchi albi incollati sotto una nuova copertina, come se si trattasse di una raccolta (non dichiarata però). Anche in questa sede Gundam si vide dedicare un poster, più precisamente sul numero 18.
Super Gioca tivù, 32 pagine (formato 21x27,7 cm), ospitò Gundam solo sui primi due numeri, ma nel secondo dedicò al personaggio il gioco da ritagliare, una sorta di battaglia navale con astronavi e robot.
Telealbo, a differenza delle precedenti, era una collana monografica, che conteneva in ogni numero una lunga storia di un unico personaggio. Il numero due, 24 pagine (formato 23x31,3 cm), ospitò il fumetto di Gundam dal titolo "Guerra al pianeta Zion". Si trattava di una sorta di riscrittura del primo episodio della serie televisiva, con forti modifiche apportate dagli autori italiani per renderlo più semplice e autoconclusivo: per esempio Zion attaccava la Terra invece del satellite Side 7, alla ricerca di Gundam.
GADGET: un Gundam gigante
Questo Gundam gigante in plastica è stato probabilmente prodotto quale premio per un concorso legato a una catena di supermercati. Ne esistono quindi pochi pezzi. Un oggetto da collezione che può essere acquistato scrivendo a fioridiciliegioadriana@gmail.com.
HISTORY: colonie spaziali e movimenti indipendentisti
La razza umana è portata per sua natura a espandere il proprio territorio. Questa sua indole, simile a una sorta di istinto, nel corso della storia ha assunto forme differenti, dal pacifico commercio con territori adiacenti a conquiste ottenute tramite il ricorso alla forza militare. Un esempio di tutto ciò sono le colonie, ove oltre ai numerosi casi di conflitti bellici è possibile imbattersi in episodi di interventi economici pacifici.
La creazione e il mantenimento delle colonie non solo sono stati segnati da incidenti, ma hanno anche sollevato problematiche a livello sociale. Per tali ragioni il loro numero è diminuito nell’ultimo periodo del vecchio secolo. Ma la razza umana, lanciata verso l’Universal Century, ha deciso di rilanciare il colonialismo in una nuova veste, quella spaziale.
Nuovi mondi creati nello spazio, punto cardine della politica coloniale spaziale messa in atto dal Governo Federale Terrestre al fine di risolvere i problemi di sovrappopolazione (nell’U.C. 0001 la popolazione supera i 90 miliardi di persone) e ambientali terrestri, particolarmente sentiti nella società di fine vecchio secolo.
Potrebbe forse risuonare strano l’uso del termine colonia sotto il controllo della Federazione Terrestre, che viene creata per risolvere le controversie sorte tra Stati. Ma la differenza determinante rispetto alle colonie basate sulla politica imperiale è che non si tratta della fondazione di stati satellitari o di stati coloniali in territori stranieri (tra l’altro la Federazione Terrestre, consistendo in una unione di tutti gli Stati terrestri, non contempla nemmeno l’idea di territorio straniero), ma della realizzazione di vasti territori artificiali nei punti di Lagrange dell’orbita lunare, dove nessuna organizzazione né Stato possono vantare alcun diritto di possesso.
Per questa ragione, contrariamente a quanto avvenuto in occasione delle migrazioni che precedono l’Universal Century, non vi sono spargimenti di sangue dovuti a conflitti tra immigrati e popolazioni autoctone, semplicemente perché queste ultime non esistono.
Nonostante ciò, col passare del tempo, gli abitanti delle colonie fisicono per essere trattati come extraterrestri da coloro che abitano la Terra.
Le colonie avrebbero dovuto essere la nuova frontiera, priva di legami con la storia del passato fatta di odiosi spargimenti di sangue. Ma la storia si ripete… Analogamente alle colonie vecchio stile, che issarono lo stendardo della rivolta nei confronti degli Stati sovrani, anche tra le nuove colonie compaiono movimenti indipendentisti. È il caso di Side 3, il gruppo di colonie realizzate dal lato oscuro della Luna, il punto di Lagrange L2. L’esistenza di un nuovo habitat collocato nel vuoto spaziale – impegnato ad autoprodurre alimenti, acqua e persino l’aria da respirare – sommata all’estrema lontananza dalla Terra, costituisce un terreno fertile per la crescita di un forte spirito di indipendenza. È dall’incontro di simili condizioni con quello che è considerato il più grande pensatore dell’Universal Century, Zeon Zum Deikun, che prende l’avvio il movimento di indipendenza delle colonie dalla Federazione Terrestre. È l’U.C. 0058. Sono passati più di cinquant’anni dall’inizio della migrazione spaziale e si è giunti all’epoca in cui è normale nascere e morire nello spazio.
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